Mobbing

mobbingSi può quindi definire mobbing la violenza sul posto di lavoro, ovvero l’aggressione sistematica posta in essere dal datore di lavoro oppure anche da colleghi o compagni di lavoro, con chiari intenti discriminatori e persecutori, protesi ad emarginare progressivamente un determinato lavoratore e ad indurlo alle dimissioni, per ragioni di concorrenza, gelosia, invidia,etc.
La non facile valutazione medico-legale dei casi di mobbing è basata innanzitutto sull’accertamento della realtà del danno, con la constatazione obiettiva della lesione e la conferma delle circostanze e delle cause responsabili del fatto lesivo (studio analitico dell’ambiente lavorativo, del tipo di vessazione e di terrorismo psicologico subita ecc.).
Lo specialista psicologo al quale è affidato il compito di enunciare una diagnosi clinica differenziale tra un disturbo dell’adattamento (condizione transitoria che solitamente si sviluppa entro tre mesi dall’esordio dei fattori stressanti e si risolve entro sei mesi dalla cessazione degli stessi) e un più importante disturbo post traumatico da stress (maggiore compromissione della affettività dell’individuo con conseguente grave disagio alla sua vita di relazione e cronicizzazione dei disturbi che permangono anche dopo l’allontanamento dai fattori stressanti). Dovrà fornire una accurata valutazione della personalità del mobbizzato identificandone i problemi adattativi di personalità, la capacità di interazione con l’ambiente lavorativo e i limiti soggettivi di ipersuscettibilità a stress lavorativi generici

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