I ‘malati di crisi’ e la paura di chiedere aiuto

Sono uomini e donne, hanno in media 50 anni, ma ci sono anche casi di ‘vittime’ 25enni o della terza età. Nessuna differenza di ceto o professione: ad aver bisogno di aiuto sono ci sono commercianti, dirigenti d’azienda e paradossalmente chi lavora nell’area delle ‘professioni d’aiuto’, come educatori o operatori socio-assistenziali. Sono i ‘malati di crisi’: persone psicologicamente provate che tendono a isolarsi e cadono nella rete dei disagi mentali dopo che la scure del futuro incerto e della precarietà si è abbattuta sulla loro psiche.

Oltre ai giovani, nei quali è rilevante il pensiero di ‘assenza di futuro’, ci sono anche persone tra i 35 e i 59 anni, spesso in situazione di precarietà lavorativa. Un fattore cruciale, se si pensa che l’identità lavorativa è protettiva per la salute mentale, con le relazioni familiari e sociali e la sicurezza economica. E’ così che la crisi fa mancare il terreno da sotto i piedi colpendo 2 volte: a livello psicologico e isolando le sue vittime.

Gli effetti patologici più frequenti diventano allora la depressione, l’ansia, l’alcolismo, le malattie di cuore e i suicidi.

E pagine di cronaca si animano di ‘insospettabili’ che da un giorno all’altro compiono gesti inaspettati per gli li circonda, per amici, familiari e parenti. Tanto da chiedersi se, a fronte di tanta beneficenza sbandierata, il primo gesto di bontà da dover compiere non sia proprio quello nei confronti di chi ci sta accanto che invece, il più delle volte, tende a nascondere il proprio dramma.

Ma perchè è così difficile chiedere aiuto?

Ecco alcune delle paure più frequenti che ci assalgono quando si dovrebbe chiedere aiuto.

  • Paura di considerarsi dei falliti

Per alcuni giungere alla conclusione che da soli non riescono a trovare una soluzione al loro dolore e che devono rivolgersi addirittura a un estraneo è offensivo e irritante. L’idea stessa di chiedere aiuto li fa sentire a disagio, li spinge a giudicarsi dei deboli o dei pigri, incapaci di impegnarsi e reagire, dei falliti. Magari sono persone che hanno sempre risolto da sole i loro problemi e che non capiscono perché non ci riescono più, non capiscono perché non ce la fanno più a controllare tutto. In altre parole, per queste persone chiedere aiuto vuol dire scendere a patti con il proprio narcisismo e il desiderio di autosufficienza: chiedere aiuto è un attacco alla loro autostima. Queste persone dimenticano però che abbiamo tutti bisogno degli altri, per condividere gioie e sofferenze.

  • Paura delle emozioni

Alcune persone evitano le richieste di aiuto perché non vogliono parlare del modo in cui si sentono, non vogliono entrare in contatto con le loro emozioni più dolorose.

  • Paura del giudizio altrui

Il timore di essere giudicati, cioè la paura che alla fatica del mettere a nudo il proprio cuore corrisponda la critica, è una degli ostacoli più frequenti da superare per poter chiedere aiuto. Basterebbe però solamente pensare che dare aiuto fa star bene non solo chi lo riceve, ma anche che lo dona.

  • Paura del cambiamento e pessimismo

Questa è forse la più subdola tra tutte: la convinzione che per i problemi non ci sia soluzione può nascondere altro, ad esempio la paura di cambiare o la sensazione di non avere diritto a ricevere aiuto.

La paura di cambiare è un aspetto che può sembrare paradossale, ma cambiare comporta sempre una dolorosa separazione da modi di essere, di pensare e di comportarci che ci accompagnano da una vita intera e che ci sono noti e familiari. Alcune persone si spaventano dinanzi all’eventualità di un cambiamento anche se si tratta di modificare modi di essere che le fanno star male e preferiscono pensare che dovrebbero essere gli altri a cambiare, non loro.

Ma chiedere aiuto è un atto di coraggio che cambia il corso della vita. Una telefonata, una visita ad un amico, un appuntamento con uno specialista possono essere l’inizio della rinascita…

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