Violenza sulle donne: come riconoscerla

violenza donne, stalkingSi è svolta ieri, 25 Novembre, la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Un’occasione importante per riflettere e discutere di un tema così delicato che colpisce con crudezza anche in Italia, dove i dati  sono sempre molto alti. Anche nel nostro paese infatti gli uomini si macchiano di reati a danno delle donne, come lo stalking, la violenza sessuale, fino ad arrivare al femminicidio. Ma quali sono le caratteristiche e i segnali da non sottovalutare per poter riconoscere un uomo capace di violenza?

Cominciamo allora proprio dalla violenza fisica. Si possono, e si devono!, definire violenza tutti i seguenti gesti: spinte, strattoni, torsioni del braccio, capelli tirati, schiaffi, calci, morsi, pugni. Anche un solo schiaffo, magari dato in un unico momento di rabbia, è da considerarsi violenza. Di solito, purtroppo, le vittime tendono a minimizzare ciò che è successo, soprattutto se l’uomo si scusa subito dopo l’atto violento. Le tipiche scuse dell’uomo violento sono: “amore scusa ero arrabbiato”, “tesoro ti amo, non lo farò mai più”, fino alla più classica e subdola (perché comprende anche una violenza psicologica) “se mi sono arrabbiato è solo per colpa tua, chiunque mi darebbe ragione”. Questo genere di scuse portano le donne a sentirsi colpevoli, scusando l’altro e addossandosi la responsabilità dell’accaduto. Ciò porta le vittime a perdere progressivamente la fiducia in loro stesse minimizzando il problema.

Per quanto riguarda le violenze sessuali si parte dalle molestie, ovvero l’essere state toccate senza la propria volontà, l’aver avuto rapporti sessuali non desiderati, il tentato stupro, lo stupro e rapporti sessuali umilianti e degradanti. In questi casi i carnefici possono essere non solo i partner, ma anche sconosciuti o parenti come il padre, il fratello, lo zio o il nonno. In questi casi i dati in Italia ipotizzano che solo il 5% delle violenze venga denunciato.

Più subdola della violenza fisica, ma altrettanto invalidante è a violenza psicologica, soprattutto nel lungo periodo. Minacce verbali, l’isolamento della persona da conoscenti, parenti e amici, il controllo eccessivo e il divieto di uscire da sole o con persone al di fuori del partner, la violenza economica, la svalorizzazione della persona, le intimidazioni e le continue umiliazioni sono i modi con cui si palesa questo tipo di violenza. In questo caso la parte maschile della coppia adopera tutto il suo potere per annientare la sicurezza personale della vittima. “Senza di me non vali niente”, “ma ti sei vista bene allo specchio?”, “non hai un lavoro, non sei nessuno”, “non puoi uscire con le tue amiche, non sono d’accordo che tu vada in giro senza di me”, “non puoi uscire truccata così, ” tu sei solo mia”, “se mi lasci non troverai nessuno e sarai sempre sola “. L’uomo tende a possedere mentalmente la sua donna, più la vede dipendente più trae sicurezza da tutto questo. È la più difficile da dimostrare e soprattutto per la vittima stessa è difficile accorgersene in quanto agisce sul lungo periodo e in maniera subdola.

Ecco perché per salvarsi la vittima deve innanzi tutto rendersi conto di quale violenza sta subendo e se sono oggetto di tali atti anche i figli. Il primo passo da fare è rivolgersi ad un Centro Antiviolenza o al Telefono Rosa, chiedendo aiuto a parenti e amici per la sicurezza personale. Qualsiasi sia il tipo di violenza perpetrata, nessun uomo deve permettersi di utilizzare la sua forza per sovrastare una donna, chi ama non può e non deve essere anche carnefice. Dire che amore e violenza possono stare insieme è un enorme bugia!

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