“Anno nuovo, vita nuova” dice un vecchio adagio…e proprio con l’arrivo del 2016 inauguriamo in questo spazio/blog una serie di interventi dedicati alla psicologia del tutto inediti. Una sorta di “mini-corso” introduttivo, avente un intento divulgativo nei confronti di tematiche sconosciute oppure difficili da comprendere per i non-addetti ai lavori. Parleremo degli specialisti che si occupano di malattie mentali, del DSM 5, per poi analizzare più nello specifico i vari disturbi (ansia, depressione, etc.)
Iniziamo questa settimana proprio a distinguere le differenze che intercorrono fra i vari medici e specialisti che si occupano di psiche e problemi metali. L’errore commesso dalla maggior parte delle persone (lo confermano i dati statistici) è quello di confondere le varie specializzazioni, rivolgendosi così al terapeuta sbagliato in caso di necessità. Ecco quindi brevemente descritti i vari profili degli specialisti che si occupano di disturbi mentali:
Psicologo: laureato in psicologia (5 anni) e iscritto all’albo degli psicologi, si occupa di promuovere il benessere della persona intervenendo in situazioni in cui il malessere non è ancora conclamato. Tramite colloqui di supporto può aiutare persone sane che stanno attraversando un periodo di difficoltà o di cambiamento (divorzio, cambiamento lavorativo, scelta del percorso di studi…). Lo psicologo può condurre un accertamento psicodiagnostico e, nel caso in cui venisse diagnosticato un disturbo psichico, inviare il paziente allo specialista più adatto. Lo psicologo non può prescrivere farmaci.
Psicoterapeuta: laureato in psicologia (5 anni) o in medicina (6 anni), dopo la laurea, si è specializzato in psicoterapia (altri 4 anni di studi). Oltre a svolgere tutte le funzioni di supporto e sostegno già descritte per lo psicologo, lo psicoterapeuta può intervenire in quei casi in cui nella persona, oltre ad un disagio transitorio, è stata rilevato un disturbo. Lo psicoterapeuta può effettuare una diagnosi (disturbo d’ansia, fobia, depressione…) tramite colloquio clinico o somministrazione di test psicodiagnostici, e impostare una cura adeguata. Il tipo di specializzazione conseguita (cognitivo-comportamentale, sistemico familiare, psicoanalitica…) influenzerà il tipo di terapia condotta. Lo psicoanalista, ad esempio, è uno psicoterapeuta che si è formato nell’utilizzo di un tipo di terapia con certe specifiche caratteristiche, che nella forma più ortodossa sono: elevato numero di sedute settimanali (da 2 a 4) per periodo di tempo molto lungo, utilizzo del lettino, frequente ricorso al silenzio. Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, invece, si caratterizza per l’intervento maggiormente focalizzato sul sintomo, limitato nel tempo (1 seduta settimanale per un periodo di tempo limitato e concordato a priori), con colloqui vis a vis e il ricorso a esercizi (di rilassamento, di auto-osservazione…), in seduta e a casa. Lo psicoterapeuta, se non medico, non può prescrivere farmaci.
Psichiatra: laureato in medicina (6 anni) e specializzato in psichiatria (4 anni), si occupa prevalentemente dei disturbi mentali gravi dell’adulto (schizofrenia, disturbo bipolare, depressione maggiore…) solitamente tramite l’impostazione di una terapia farmacologica (antidepressiva, ansiolitica, neurolettica…). Nonostante la specializzazione in psichiatria attribuisca il titolo di psicoterapeuta, solitamente lo psichiatra che non ha seguito una formazione specifica in psicoterapia si occupa prevalentemente della farmacoterapia.
Neurologo: laureato in medicina (6 anni) e specializzato in neurologia (5 anni), si occupa prevalentemente di condizioni caratterizzate da disturbi organici (epilessia, disturbi del sonno, emicrania, demenza, sclerosi multipla, dolore cronico…) in cui, cioè, sono meno rilevanti le componenti psicologiche ed emotive rispetto quelle fisiche. Spesso ci si rivolge impropriamente a questo specialista a causa di una difficoltà ad ammettere la propria condizione di malessere psichico, risultando più accettabile il riconoscimento di un disturbo del corpo, piuttosto che della mente.
Neuropsichiatra infantile: laureato in medicina (6 anni) e specializzato in neuropsichiatria infantile (5 anni), si occupa dei disturbi psicologici e psichiatrici dell’età evolutiva (bambino e adolescente) anche caratterizzati da una spiccata componente organica (ritardo mentale, disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, autismo, epilessia…)
Una parentesi importante riguarda il ruolo del medico curante, che risulta fondamentale nell’indirizzare il paziente verso il giusto specialista ma che può risultare deleteria nel momento in cui gli si richiede esclusivamente una prescrizione farmacologica. Rivolgersi al medico di base per problematiche come l’ansia o la depressione e pensare di risolvere il disturbo esclusivamente attraverso la somministrazione di farmaci è un comportamento errato.
In molte patologie infatti il farmaco da solo non cura il disturbo, mentre la ricerca scientifica ha dimostrato che il trattamento integrato farmacologico e psicoterapeutico, condotto contemporaneamente, costituisce l’intervento più efficace nella maggior parte dei disturbi psichici.