Continuiamo il nostro “mini-corso di psicologia” parlando questa settimana di libri, o meglio del testo di riferimento per ogni psicologo o psichiatra: il DSM.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (redatto dall’APA: American Psychiatric Association), noto con la sigla DSM, è il manuale per disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca. La prima edizione risale al 1952, da allora si sono succedute ulteriori edizioni l’ultima delle quali è conosciuta come DSM-5 la cui pubblicazione negli Stati Uniti è avvenuta a maggio del 2013.
Il DSM è spesso indicato come la “bibbia ” dei disturbi di salute mentale perché contiene tutti i criteri diagnostici di malattie mentali per adulti e bambini. Medici e operatori della salute mentale qualificati, fanno riferimento a questo manuale per determinare diagnosi accurate e affidabili. Il DSM fornisce anche un modo per i medici e ricercatori di comunicare più facilmente sui disturbi e la diagnosi. All’interno del DSM, ogni disturbo di salute mentale è elencato con un codice numerico corrispondente, che viene utilizzato per classificare la condizione specifica.
Oltre a fornire un codice e dei criteri diagnostici per ciascun disturbo di salute mentale, il DSM contiene anche importanti informazioni su queste condizioni. Ad esempio, ogni disturbo inizia con una panoramica che illustra ulteriormente le caratteristiche di ogni condizione. Il DSM fornisce informazioni sulla prevalenza, i fattori di rischio, tipico corso e sviluppo, e la prognosi di ogni diagnosi. Disturbi di salute medica e mentale correlati e comuni sono anche elencati per ogni condizione.
Per ciascun disturbo mentale è effettuata una breve descrizione del cosiddetto “funzionamento generale”, che allude alle strategie di gestione psichica ed ambientale dell’individuo, a grandi linee, ed un elenco di comportamenti sintomatici o stili di gestione delle emozioni o altri aspetti della vita psichica.
Altri criteri di esclusione sono l’età di insorgenza del disturbo (per i disturbi di personalità ad esempio si richiede l’insorgenza nell’adolescenza) ed una diagnosi differenziale rispetto a disturbi che potrebbero essere accomunati dagli stessi sintomi.
Conoscere il DSM ci aiuta a comprendere che, quando ci rivolgiamo ad uno psicologo, non stiamo programmando con lui una serie di “chiacchierate” interlocutorie ma ci stiamo rapportando con uno specialista pronto a trattare disturbi specifici attraverso appositi protocolli.
Ogni paziente è diverso dall’altro, così come il trattamento di ogni disturbo è differente: per questo è importante ritagliare la terapia su misura per ogni persona!
Così come ogni malattia organica ( sia essa un semplice raffreddore o un’influenza o qualsiasi altro malessere) necessita di cure e tempi di ripresa differenti da caso a caso, così anche ogni disturbo mentale deve essere considerato, accettato e trattato in maniera appropriata.
Affidarsi al “fai da te” sulla base del pregiudizio che chi va dallo psicologo è “matto” è sbagliatissimo poichè si rischia di incorrere in problematiche ben più gravi sul lungo termine.