PANDEMIA E RESILIENZA EMOTIVA

Ci risiamo! Stesso periodo pre-primaverile, stesse regole rigide, stessa sensazione di impotenza. Questo Marzo 2021 ha il sapore amaro di quello dell’anno passato, con un’aggravante: la  consapevole incertezza. 

Se l’emergenza pandemica ci aveva colto di sorpresa un anno fa, rendendoci tutti spaesati, incerti,  increduli, ma comunque pieni di fiducia e di fratellanza, quasi contenti di stare un po’ a casa e di  poter avere dei ritmi rallentati, ad un anno di distanza la sensazione diffusa è decisamente diversa. 

Dopo circa 365 giorni di limitazioni, mascherine, smartworking, DAD, no-abbracci e compagnia  bella, l’ottimismo comincia a vacillare e la resistenza psico-fisica dà segni di cedimento. 

La mancanza di certezze, il timore prolungato e le promesse disattese creano una forte instabilità  emotiva, aggravata dal distanziamento sociale e dalla routine forzata. 

L’impossibilità di vedere gli amici o di andare a trovare i genitori anziani genera ansia e un  incontrollato senso di solitudine: le nostre abitudini, i punti di riferimento abituali, gli schemi sociali  sono tutti saltati contemporaneamente, lasciandoci in balia di noi stessi. 

In più, ogni lockdown ci ha resi più diffidenti e stressati, spingendoci a guardare gli altri con sospetto  e portandoci verso un isolamento volontario, dove l’unico posto sicuro sembra essere – erroneamente – casa nostra. 

Cosa possiamo fare? Ascoltare le nostre emozioni, diventare più forti e continuare a resistere. 

Dal momento che non possiamo cambiare gli eventi intorno a noi, dobbiamo intervenire su di noi. Dobbiamo mutare la percezione, accogliendo il presente e trovando un nuovo equilibrio. 

Vivere l’isolamento in maniera creativa, per esempio, facendone un momento di riflessione e di  maturazione. Allontanando la sensazione di costrizione, ma dedicando tempo alla cura di noi stessi,  coccolandoci e cullandoci come bambini. 

Magari ascoltando musica, che ci permette di nutrire l’anima e ricaricarci d’ottimismo, grazie alla  produzione di dopamina o dedicandoci alla lettura, che ci accompagna in altre dimensioni e ci rende  liberi. 

O ancora, possiamo creare momenti d’interazione con le persone a cui vogliamo bene e che ci  fanno stare bene, anche a distanza. Con la tecnologia è possibile andare oltre la semplice telefonata  e realizzare rendez vous virtuali, guardandoci in faccia e nutrendoci della gestualità che appaga e  rassicura. 

L’importante, insomma, è spezzare la catena, intervenire sugli effetti dannosi dello stress  prolungato che portano a disturbi fisici e psicologici importanti, facendo aumentare il senso di  rabbia e sfociando – nei casi più estremi – in veri e propri sintomi depressivi. 

Iniziamo accogliendo le nostre emozioni, guardando in faccia le nostre paure e metabolizzando le  sensazioni negative, senza aver timore delle nostre fragilità.

E se ci rendiamo conto che da soli non ci riusciamo, non aspettiamo oltre: facciamoci aiutare il prima  possibile, per ristabilire l’equilibrio e tornare a vivere sereni. 

Un trattamento psicoterapico adeguato e tempestivo può davvero fare la differenza ed evitare di  chiuderci in noi stessi, dandoci la possibilità di resettare la nostra comfort zone mentale ed aprendoci ad un futuro migliore. 

Lascia un commento